Curiosità e aneddoti

 

 

  

 

Queste pagine riportano parte degli articoli e delle immagini pubblicate nel libro "il portico ...la storia continua" pubblicato in occasione del cinquantenario del Dopolavoro.

 

 

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            Curiosità e aneddoti... non solo del Sodalizio   di Linguaccia

            Non tutto è stato programmazione, efficienza, funzionalità professionale. Si racconta per esempio di un collega ormai in pensione che, dedicando le sue migliori energie alla Cassa di risparmio, vi aveva fatto una brillante carriera per indubbie doti di capacità e attitudine al comando. Eppure, di lui sono passate alla storia soprattutto alcune gaffes e confidenze rivolte a colleghi di pari grado o scempiaggini espresse in colloqui con clienti.

            All’indomani di un compromesso, confidò a un collega di aver acquistato una villa di campagna circondata da una grande pinacoteca.

            Al principe di Carpegna, che prima di inoltrarsi in discorsi d’ordine bancario usava soffermarsi sull’umorismo inglese con storielle e aneddoti, fu sentito rispondere: “Anch’io conosco bene gli inglesi... sono stato tre giorni a Londra!”

            Una volta andò a Roma come turista con la famiglia,. Ne tornò entusiasta. Confidò al personale degli uffici che dirigeva “Ho trovato un albergo dove si stava bene e si spendeva poco, l’hotel Onarmo [attuale Caritas] e abbiamo mangiato con poche lire al ristorante Poa [ovvero pontificia opera di assistenza, una sorta di mensa dei poveri]”. Ebbe invece da ridire sul Colosseo: “L’ho trovato messo un po’ male, vari fori e sbrecciature...”,

            La prima vacanza estiva in montagna... a Mombaroccio. Una sera il commesso di turno sente suonare al portone di corso XI Settembre. Era pieno ferragosto. Apre e vede il nostro imbacuccato e con una sciarpa al collo. “Non si sente bene?” chiede premuroso il commesso. “Macché – risponde il nostro – ma lassù in montagna fa freddo”.

            Una volta si trovò con una comitiva del Dopolavoro alle Folies bergères di Parigi. Nel corso dello spettacolo si svolse un intermezzo canoro con una nota cantante francese degli anni ’60, che chiese al pubblico cosa preferisse ascoltare. Il nostro personaggio, in prima galleria proprio sul palcoscenico, si affaccia alla balaustra e grida: “Signorina, mi canti l’Incompiuta...!”

            Durante una gita aziendale a Venezia, verso ora di pranzo si ricorda di un ristorante dove aveva mangiato benissimo e a prezzo ragionevole durante il viaggio di nozze. Invita pertanto i colleghi a seguirlo. Ma durante il percorso, con lui in testa che marcia verso la meta senza voltarsi, qualcuno rifletté che il personaggio è noto per le “saccocce a garagolo” e quindi potrebbe condurre il folto gruppo a un incauto destino. Molti si dileguano per le calli. Il nostro, giunto al ristorante convinto di guidare un folto drappello, mentre dice al gestore “Vede quanta gente le ho portato” si accorge che era rimasto solo un commesso in prova e sua moglie.

Una cliente di riguardo, docente universitaria, cinquant’anni portati molto bene, entra nel suo studio con un notaio. Il nostro personaggio la invita con fare birichino a togliersi il cappotto. La signora sta al gioco, ma per schermirsi ribatte “Ma cosa vuole, ormai non sono più una ragazzina”. “Ma io, signora, sono di bocca buona...”

 

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